Il fico d’ india (opuntia ficus indica) è considerato tipico delle campagne assolate della sicilia e delle regioni costiere dell’ italia meridionale dove è diffusissimo, fino a diventare una componente tipico del paesaggio, ma non tutti sanno che è originario del messico e dell’ america centro-meridionale. Da qui, fu importato in africa, in medio oriente e in europa e si è diffuso pure in australia.
In sicilia, ci sono alcune coltivazioni specializzate per la produzione di frutti ma la sua coltivazione è diffusa in molti paesi del mondo. E’ una pianta molto frugale e resistente, tipica delle zone aride che diviene spesso infestante allo stato selvatico, se non contenuta.
La pianta è formata da una serie di pale ovali, dette “cladodi”, coperte di spine, soprattutto attorno ai germogli. I cladodi sono rivestiti da una cuticola cerosa spessa e coriacea che impedisce l’ evaporazione dell’ acqua che la pianta immagazzina al loro interno come riserva d’ acqua durante i lunghi periodi aridi, come in tutte la cactacee. I cladodi più bassi della pianta tendono a lignificarsi dopo il quarto anno fino a formare un fusto legnoso.
Il loro colore verde li rende simili a foglie ed è dovuto alla clorofilla che rende possibile la fotosintesi. Le vere foglie, invece, sono lunghe pochi mm e sono caduche.
I germogli producono fiori gialli in primavera-estate e quindi i frutti (in realtà, delle bacche) che possono essere di vari colori e contengono molti piccoli semi, da 100 a 400. In italia, si coltivano soprattutto 3 varietà che si distinguono proprio per il colore dei frutti: la bianca, la gialla, la rossa (o sanguigna).
Il frutto del fico d’ india cresce in aree aride con una temperatura sempre superiore a 0°c e in terreni leggeri, senza alcun ristagno d’ acqua.
Dopo la raccolta, i frutti si possono conservare in frigo per 2-3 mesi a 6 gradi, seguendo questa guida su Leggerechepiacere.com, ma, normalmente, vanno consumati freschi, dopo averli acquistati ben maturi. Si utilizzano anche per produrre succhi di frutta, sciroppi, marmellate e, dai semi, anche olio e farine.
In sicilia, un prodotto tipico è uno sciroppo che si ottiene concentrando il succo privato dei semi. Ha una consistenza simile a quella dello sciroppo d’ acero e si usa come ingrediente per dolci tipici.
In messico, si consumano anche i cladodi delle specie più povere di mucillagini, privandoli delle spine ed abbrustolendoli su piastre arroventate di pietra o metallo.
Si trovano nei mercati pronti per l’ uso oppure condite con crema di fagioli, mais o cipolla. Sempre in messico, si usa il succo bollito per produrre uno sciroppo, il “miel de tuna” e una pasta solida, il “queso de tuna” e un bevanda a basso grado alcolico, il “colonche”.
Il fico d’ india è un frutto nutriente, formato da acqua per l’ 87,55% e da carboidrati per il 9,57%, anche il contenuto di fibre (3,6%) è notevole ed aiuta l’ intestino nelle sue funzioni. Occorre però non mangiare troppi fichi d’ india in un giorno perchè i semi possono aggregarsi e creare blocchi intestinali nell’ intestino crasso.
Questo frutto possiede anche buone proprietà antiossidanti e il decotto dei fiori è raccomandato come buon diuretico.
Il contenuto di vitamine è discreto, soprattutto per la vitamina-c. La tabella seguente riporta il contenuto di vitamine in mg/100 g e i valori tra parentesi sono le % di vitamine fornite da 100 g di fichi d’ india rispetto ai valori indicativi dell’ rda, o fabbisogno giornaliero raccomandato, per evitare rischi di carenza di vitamine o minerali.
Vit.-c:….14 (15,56%)
vit.-b3:….0,46 (2,88%)
vit.-b2:….0,06 (4,62%)
vit.-b6:….0,06 (4,62%)
vit.-a:…..0,025 (beta-tocoferolo)
vit.-b1:….0,014 (1,17%)
Anche i minerali sono abbondanti nei fichi d’ india, particolarmente il magnesio, il potassio, il rame e il calcio.