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Privacy su Facebook – Cosa Sapere

Le proteste contro la gestione della privacy di Facebook sono tornate alla ribalta dopo che in dicembre il social network ha cambiato le regole, ridisegnando in profondità il modo in cui gestisce i dati degli utenti. Modifiche pesantemente criticate per due aspetti principali. Il primo è la decisione unilaterale di rendere pubblici diversi dati personali non soltanto all’interno di Facebook ma anche sull’intera rete internet, tramite motori di ricerca come Google. Il secondo è che le modifiche sono state presentate agli utenti con modalità che molti ritengono ingannevoli, tese a far scegliere all’utente il livello più basso di privacy. Una scelta che ha purtroppo conseguenze permanenti, in quanto una volta scelto il livello di privacy più basso, proposto come impostazione predefinita da Facebook, i propri dati vengono affidati ai motori di ricerca internet: dunque anche se in seguito si modifica il livello di privacy, ormai i propri dati sono per sempre pubblici, in quanto sono stati registrati nei server e nelle cache dei motori di ricerca web.

La conferma dei problemi di privacy su Facebook arriva dalla Gran Bretagna: gli assicuratori inglesi stanno meditando di alzare il costo delle assicurazioni sulla casa e contro i furti del 10% per gli utenti di Facebook e Twitter, in quanto essi sarebbero molto più facilmente vittime di furti e rapine, a causa dei dati visibili sulle proprie attività e degli spostamenti degli utenti che i ladri possono facilmente rilevare tramite i social network. Ecco 10 consigli se si vuole la massima riservatezza.

La lista degli amici svela chi è presente su Facebook
Il primo grave problema è che Facebook ha deciso unilateralmente di rendere pubblici questi dati: Nome, Immagine del profilo, Sesso, Città in cui ci si trova, Reti, Lista degli amici e Pagine. Come recitano le Faq ufficiali sul sito, queste informazioni di base sono visibili a chiunque possa navigare al tuo profilo, alle applicazioni che usi su Facebook e ai siti web con cui ti connetti tramite Facebook.

Dunque anche se s’imposta Facebook per non indicizzare il proprio profilo sui motori come Google, basta che un amico abbia permesso questa indicizzazione (che Facebook imposta di default!) e la sua lista di amici apparirà su Google… compreso il nome e la foto dell’utente che non voleva essere indicizzato.

Dunque diventa praticamente impossibile non far sapere al mondo che si è iscritti a Facebook, e ciò può provocare problemi piccoli, come un conoscente (cui si voleva nascondere la propria iscrizione per non essere costretti a includerlo tra gli amici) che tempesta tutti i suoi contatti di post, e grandi, come un potenziale datore di lavoro che giudica negativamente il solo fatto di far parte di un social network.

Le nuove impostazioni di sicurezza di Facebook
Il secondo problema deriva da come Face­book ha proposto le modifiche alla gestione della privacy. In dicembre a tutti gli utenti è apparso un messaggio che li avvertiva delle modifiche, ed è stato loro proposto di selezionare il livello di riservatezza tramite uno strumento software transitorio. Quattro i livelli di riservatezza: Solo amici, Amici di amici, Tutti e Personalizza. Purtroppo lo strumento di transizione visualizzava come impostazioni predefinite non le proprie vecchie impostazioni, ma quelle “consigliate” da Facebook, che rendono visibili a tutti molti dati personali. Per esempio l’impostazione predefinita consente la visualizzazione sui motori di ricerca esterni come Google dei propri dati pubblici (Nome, Immagine del profilo, Sesso, Città, Reti, Lista amici e Pagine) e di tutto ciò che è stato impostato come visibile a Tutti.

Molti utenti hanno fatto clic sull’impostazione predefinita pensando che tutto restasse come lo avevano impostato in precedenza, oppure semplicemente perché in quel momento non avevano tempo di rivedere tutte le impostazioni in dettaglio, con il risultato di trovarsi indicizzati su Google. Una volta che si è stati indicizzati da un motore di ricerca web, anche se si modificano le impostazioni di privacy in Facebook, ormai i propri dati in pratica sono stati resi pubblici per sempre.

Ciò ha suscitato anche alcune reazioni ufficiali: la EFF (Electronic Frontier Foundation, organizzazione no-profit di avvocati dedicata ai diritti sulla Rete), per esempio, ha raccomandato di prestare la massima attenzione nell’impostazione della pagina transitoria, ricercando con calma le proprie vecchie impostazioni, selezionandole una ad una e salvandole soltanto quando si è certi di non rendere pubblico nulla che non si sia specificamente impostato.

Le migliorie
Le nuove impostazioni di sicurezza di Facebook non hanno però solo lati negativi: sono state eliminate le Reti geografiche e semplificati i livelli di condivisione, mantenendo le altre Reti come scuola o posto di lavoro. Inoltre si può selezionare per ciascun post il livello di condivisione e ciò si unisce al livello di condivisione Personalizza che permette di specificare singoli utenti a cui consentire o no la visualizzazione dei propri dati. Mettendo insieme questi due aspetti si può finalmente inserire un post, aggiornare il proprio stato o inserire un link e condividerlo solo con due o tre amici lasciando fuori tutti gli altri amici, spesso semplici conoscenti, della propria lista di contatti.

La privacy nelle applicazioni
Un aspetto della privacy su Facebook cui spesso non si pone la dovuta attenzione riguarda Applicazioni e siti web collegati tramite Facebook Connect. Molti non sanno che i propri dati personali possono essere resi pubblici anche tramite questi canali, nonostante si siano impostate limitazioni: se è stata impostata la propria data di nascita per la condivisione Solo Amici, un amico potrebbe “passarla” a un’applicazione che invia biglietti di auguri per i compleanni. L’unico modo per evitare ciò è deselezionare tutti i dati personali nelle opzioni di privacy Applicazioni e Siti Web. Purtroppo i dati obbligatoriamente pubblici sono sempre condivisibili con applicazioni e siti, e non c’è modo di bloccare tale procedura se non disattivando le Applicazioni e Facebook Connect nei siti esterni.

La protezione dei minorenni
Facebook offre un livello di privacy più elevato per i minorenni: i dati personali dei minori di 18 anni non vengono passati ai motori di ricerca come Google, anche se si tratta dei famosi dati pubblici come Nome, Sesso e Lista degli amici. Questi dati sono però visibili nei risultati della ricerca all’interno di Facebook e passati ad applicazioni e siti web collegati. Dunque qualsiasi malintenzionato può iscriversi a Facebook e ricercare i minorenni trovandone Nome, Foto, Sesso, Città, Scuola, Lista degli amici. Informazioni che possono essere sufficienti per tentare adescamenti e molestie.

Per i minori l’impostazione di privacy Tutti viene limitata: un minorenne non può consentire la visualizzazione di foto, video, post e link a tutti gli utenti di Facebook, ma al massimo agli amici degli amici e alla propria Rete scolastica. Va inoltre detto che sono numerosissimi i minorenni che si registrano con una data di nascita fittizia, fingendosi maggiorenni per poter eludere queste limitazioni. Facebook non si ritiene responsabile di questo comportamento e non mette in atto alcun controllo sulla reale età di chi si registra.

Su internet la privacy non esiste
In definitiva, iscriversi a Facebook significa in pratica rendere pubblica la propria identità per sempre. Sì per sempre, anche dopo la propria morte, tenuto conto che Facebook si riserva la facoltà di trasformare l’account di un utente defunto in “account commemorativo”, su cui gli amici di chi è passato a miglior vita possono continuare a scrivere commenti, e che viene disattivato solo su richiesta esplicita da parte di parenti stretti o di un legale.